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29 Ottobre 2016

06 Novembre 2016


PRIMO INCONTRO.

L'ARTE DI STARE INSIEME.

DOMANDE - RISPOSTE

1. Una famiglia può essere serena senza comunicare?

  • Bisogna comunicare, essere famiglia vuol dire confrontarsi nel bene e nel male, soprattutto nei momenti di crisi. La comunicazione porta a crescere e a conoscersi meglio: è terapeutica

  • Il parlare in famiglia è positivo nel senso che ci aiuta a comprendere l'altro e ad essere aiutati nei momenti difficili e a condividere i momenti di gioia. Comunicare aiuta ad evitare gli equivoci e i non-detti. Fa crescere perché si conosce meglio l'altro

2. Le aspirazioni individuali possono portare beneficio alla coppia?

  • Dipende dal fine delle aspirazioni. Queste devono avere una finalità rivolta alla famiglia, altrimenti diventa individuale che beneficia solo il singolo

  • Le aspirazioni individuali sono positive, l'importante è condividerle per non escludere l'altro. Nella condivisione si è felici della felicità altrui.

3. L'ascesa in campo sociale/politico di un membro della coppia o della famiglia porta benefici alla famiglia?

  • Deve essere condivisa come coppia, bisogna saperlo gestire, ma è bello donare del tempo agli altri. C'è chi vive per lavorare e chi lavora per vivere!!

  • Può portare benefici solo se non prevale sulla famiglia e se non contrasta con il progetto iniziale della famiglia.

4. I conflitti famigliari hanno solo effetti negativi sulla famiglia?

  • No! Fanno parte di ogni famiglia, l'importante è saperli gestire. Anzi, ben vengano se sono costruttivi.

  • No! Se vengono gestiti bene e risolti alla fine con il dialogo

5. Nelle famiglie esiste ancora "l'arte del rammendo" o è stata mandata in pensione inserendo al suo posto la pratica "dell'usa e getta"?

  • Si in tante famiglie, quelle che hanno valori di base significativi, che sanno costruire qualche cosa e continuano a costruire. E' come colui che possiede un giardino e lo coltiva perché vuole che i fiori crescano bene: così è l'amore

  • L'arte del rammendo è un po' dimenticata: la utilizza chi ha un progetto di vita condiviso, chi sa che il conflitto esiste, ma che avendo un obiettivo comune più grande, va oltre le difficoltà.

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